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Conferimento Pro-Patria al Presidente Damiano Parravano

Il 17 maggio 2018, nell’ambito delle celebrazioni polacche per il 74° anniversario della liberazione di Piedimonte San Germano (FR), presso il monumento ai caduti del 6° reggimento corazzato “Dzieci Lwowskich” (“bambini di Leopoli”, n.d.r.) di Piedimonte San Germano Alta, il Ministro Jan Józef Kasprzyk, Capo dell`Ufficio per i Reduci di Guerra e le Vittime di Persecuzioni, alla presenza dei veterani polacchi, dell`Incaricato d`Affari, Marta Zielińska-Śliwka, del Ministro della Difesa Nazionale della Repubblica di Polonia, Mariusz Błaszczak, del Ministro dell`Interno della Repubblica di Polonia, Joachim Brudziński, della senatrice Anna Maria Anders, figlia del Gen. Władysław Anders, del Sindaco della città di Piedimonte San Germano, Gioacchino Ferdinandi, delle autorità civili militari e religiose, italiane e polacche, nel “riconoscere l’impegno nella divulgazione della storia del 2° Corpo d`Armata Polacco del gen. Władysław Anders” ha insignito Ewa Mamaj, console capo ufficio consolare a Roma, Pania Anne Jadwiga Wojtulewicz, funzionario della sezione legale del consolato polacco di Roma, Francesco Cappelli, ex commissario prefettizio di Piedimonte San Germano e Damiano Parravano, Presidente dell’Associazione Linea Gustav, della medaglia “Pro Patria”. Tale onorificenza è assegnata dal 1 settembre 2011 a istituzioni e a persone per meriti particolari nella coltivazione della memoria dell’indipendenza della Polonia e per gli alti meriti in campo di promozione della storia polacca.

Il Presidente, Damiano Parravano, ha così commentato l'onorevole circostanza: 

«Il conferimento della medaglia "Pro Patria", avvenuto nell'ambito delle celebrazioni polacche per il 74° anniversario della liberazione di Piedimonte San Germano, città dove sono cresciuto e vivo, è per me motivo di grande orgoglio. Vorrei per questo esprimere il mio più sentito e profondo ringraziamento al governo della Repubblica di Polonia, nella persona del Ministro Jan Józef Kasprzyk, che ha voluto fregiarmi di un così alto riconoscimento. Considero tale attestazione assai significativa, anche in rapporto a quel percorso di preservazione e valorizzazione della memoria storica intrapreso ufficialmente nel 2010 con l'istituzione dell'Associazione Linea Gustav, Centro Studi e Ricerche Storico-Militari.

Coraggio, lealtà, sacrificio, coerenza e amor di patria, queste sono le virtù di cui ci hanno dato dimostrazione i soldati del 2° Corpo d'Armata Polacco del Generale Wladislaw Anders, non solo durante la Campagna d'Italia ma anche e soprattutto nel loro lungo e tortuoso calvario verso la libertà. Esse sono state e continuano a essere fondamento imprescindibile e ispirante della mia esistenza, nonché costante riferimento nel quotidiano adempimento del mio mandato.

Il senso della mia più alta stima e gratitudine va inoltre ai veterani polacchi, attori di una inimmaginabile e interminabile odissea che ebbe inizio con lo scoppio della seconda guerra mondiale, il 1 settembre 1939, e la duplice invasione della Polonia, prima dai tedeschi e successivamente dai sovietici. Quei giovani patirono la prigionia nei Gulag e dopo l’”amnistia”, i tanti rinchiusi nelle carceri, nei campi di lavoro e in esilio in Unione Sovietica, diedero vita al 2° Corpo d’Armata Polacco.

Fu un momento di grande speranza e fermento per quella che Anders stesso volle definire una “piccola Polonia”. Quell’armata offriva loro la possibilità di mostrare al mondo intero il valore del popolo polacco e riconquistare finalmente, sul campo di battaglia, ciò che un “patto scellerato” gli aveva sottratto con la forza e l’inganno: la libertà, l’onore, gli affetti più cari.

A partire dal dicembre del 1943 presero parte alla Campagna d’Italia, e dopo il superamento delle linee difensive “Gustav” e “Hitler”, in cui ebbero un ruolo capitale nelle battaglie di Montecassino e Piedimonte San Germano, arrivò un nuovo fronte sulla linea “Gotica”, e più tardi gli Appennini Emiliani, fino alla liberazione di Bologna, nell’aprile del 1945. Il bilancio delle perdite sul suolo italiano fu altissimo: 14.500 tra morti, dispersi e feriti.

Ma al termine della guerra, con la capitolazione della Germania nazista il 7 maggio del 1945, i polacchi non sedettero al tavolo dei vincitori, un terribile esodo li travolse per molti decenni ancora, e si trasformò in un esilio forzato che ingenerò una diaspora di immani proporzioni. Le loro speranze furono ripetutamente tradite e, nell’interminabile umiliazione dell’indifferenza internazionale, dovettero attendere fino al 1989 per una Polonia libera e sovrana.

Con le loro azioni essi dimostrarono assoluta abnegazione a un sacrificio al quale si votarono di moto proprio. Furono animati dal genuino desiderio di ritrovare una patria, e in quel tortuoso e lungo percorso contribuirono fortemente all’instaurazione in Occidente di quelle condizioni di libertà e democrazia che sono fondamento di ogni società civile.

Oggi sappiamo che anche e soprattutto al loro sacrificio dobbiamo la nascita della Repubblica Italiana, e il periodo di pace più lungo mai avuto nella storia europea. È per queste ragioni che dinanzi a loro, il conferimento di un così importante riconoscimento si arricchisce di preziosi significati, profondo rispetto e gratitudine, che impegnano la mia persona, e tutti i membri dell'Associazione Linea Gustav, a proseguire con dedizione ed entusiasmo il cammino intrapreso.

È per me doveroso, infine, ricordare quanti, autonomamente o attraverso organizzazioni private e istituzioni governative italiane e straniere, coltivino con responsabilità e passione la missione della preservazione della memoria. Per questo il mio più sentito ringraziamento va a Ewa Nadzieja, funzionario presso il consolato polacco di Roma, da anni impegnata nelle commemorazioni del 2° Corpo d’Armata Polacco in Italia e il cui prezioso lavoro e costante dedizione le sono valsi, nel 2017, il conferimento della medaglia “Pro-Patria”.

Viva l'Italia, viva la Polonia, viva la Pace.» 

Foto di Luigi Baggi, "Baggi Studio Fotografico", Piedimonte San Germano (FR):

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